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16 agosto 2011 2 16 /08 /agosto /2011 00:03

Un Grande Classico della Disney

La storia

Un libro si spalanca dinanzi ai nostri occhi, introducendoci in un mondo dai mille colori brillanti, accompagnati dalla voce suadente del Grillo Parlante: l’esordio di Pinocchio riprende il più dolce dei momenti dell’infanzia, quello del racconto di una favola prima di andare a letto. Geppetto è un falegname che ha la passione per l’intaglio degli orologi a cucù (di cui ha inondato il suo studio di lavoro), ma, nonostante la compagnia di Figaro e Cleo (il gattino e la pesciolina rossa), decide di costruire un burattino di legno per sentirsi meno solo. Il pover’uomo vorrebbe tanto che il suo burattino diventasse un bambino vero e s’addormenta cullato da questo pensiero felice, guardando fuori dalla finestra la Stella dei Desideri che, si dice, esaudisca i desideri. Geppetto non sa che quella sera la Stella sta ascoltando proprio lui: la Stella/Fata Azzurra entra nella camera e dona la vita al burattino, affidando al Grillo il ruolo di fargli da coscienza. Nonostante le ammonizioni del Grillo, Pinocchio incapperà in mille disavventure: si farà imbrogliare più volte dal terribile duo del Gatto e la Volpe, sarà intrappolato dal burattinaio Mangiafuoco, rischierà di diventare un asino nel Paese dei Balocchi. Quando, infine, deciderà di tornare dall’amato Geppetto, scoprirà che l’uomo, disperato, è andato a cercarlo per mare. I due si ritroveranno nella pancia di una balena, dalla quale fuggiranno costruendo una zattera e facendo starnutire l’animale. Durante la fuga, Pinocchio mette coraggiosamente a repentaglio la propria vita per portare in salvo Geppetto. Grazie a quest’atto di buon cuore, la Fata Azzurra lo premierà tramutandolo, finalmente, in un bambino vero.

Recensione

Ispirato al romanzo di Carlo Collodi, Le avventure di Pinocchio. Storia d’un burattino, è uno dei più noti Classici Disney. Prodotto e distribuito a partire dal 1940, il film arriva in Italia nel 1947. Inizialmente poco apprezzato, dopo varie riedizioni ottiene In Italia un successo strepitoso, complici anche le origini italiane del romanzo cui si ispira. La trama del film è depurata da tutti gli eventi più crudi del romanzo originario (la povertà estrema di Geppetto, l’impiccagione di Pinocchio, la morte della Fata Turchina) ed è completamente incentrata sul percorso, tutto in salita, dell’evoluzione magica, ma soprattutto della maturazione morale, che tramuterà il tocco di legno in un bambino di carne e ossa. Più che come figlio scapestrato (come il Pinocchio del romanzo), nel film il burattino viene tratteggiato come ingenua e maldestra vittima di furbastri senza scrupoli che lo trascinano in ogni sorta di disavventure. Alla fine solo la forza di volontà e il coraggio gli permetteranno di riscattarsi e di realizzare il desiderio di diventare un bambino vero.

Disney Jeu D'atout Ducale- PinocchioMeeting Jiminy, Geppetto and Pinocchio on Main StreetPinocchio projections at Disney Animation
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16 luglio 2011 6 16 /07 /luglio /2011 19:41

Una storia tutta italiana: il capolavoro di Marco Tullio Giordana che ha fatto incetta di premi e ha conquistato il favore della critica sia italiana che estera.

La trama in sintesi

La meglio gioventù è un film del 2003, diretto da Marco Tullio Giordana.
Uscito nelle sale italiane il 22 giugno 2003 diviso in due atti di tre ore ciascuno, fu successivamente trasmesso da Raiuno in quattro puntate da 90 minuti già nel dicembre del 2003, che raccolgono un'alta percentuale di ascolti. È uscito anche negli USA nel 2005 dove ha ottenuto una buonissima accoglienza da parte dei critici, tanto da raggiungere la prima posizione nella classifica di Metacritic.com in quello stesso anno.
Attraverso le vicende di una famiglia italiana, la famiglia Carati, e in particolare dei due figli Nicola e Matteo, il film racconta trentasette anni di storia dell'Italia, dall'estate del 1966 fino alla primavera del 2003. Nelle vite dei due ragazzi s’intrecciano, dunque, tutti i fatti salienti di quegli anni tanto critici e terribili per la nostra Nazione: la tragedia dell'alluvione di Firenze, i movimenti giovanili del ’68, la lotta armata condotta dalle Brigate Rosse, il ciclone di Tangentopoli, l’attentato mortale al giudice Giovanni Falcone.
Nello stesso tempo si cerca di analizzare il passaggio, sempre molto problematico, dalla spensieratezza della gioventù alle difficoltà dell’età adulta, letto attraverso uno sguardo nostalgicamente rivolto al passato giovanile.

I riconoscimenti ottenuti dal film

La lista dei riconoscimenti ottenuti da questo capolavoro è piuttosto lunga e ricca.
1. Vincitore della sezione Un Certain Regard al 56° Festival di Cannes
2. Premio “Città di Roma – Arc-en-ciel latin
3. David di Donatello 2004 per:

  • Miglior film
  • Miglior regia (Marco Tullio Giordana)
  • Miglior sceneggiatura (Sandro Petraglia e Stefano Rulli)
  • Miglior montaggio (Roberto Missiroli)
  • Miglior fonico di presa diretta (Fulgenzio Ceccon)
  • Miglior produttore (Angelo Barbagallo)

4. Nastro d’argento 2004 per:

  • Miglior regia (Marco Tullio Giordana)
  • Miglior produttore (Angelo Barbagallo)
  • Miglior sceneggiatura (Sandro Petraglia e Stefano Rulli)
  • Miglior fonico di presa diretta (Fulgenzio Ceccon)
  • Miglior montaggio (Roberto Missiroli)
  • Migliore attrice protagonista (per il cast femminile: Adriana Asti, Sonia Bergamasco, Maya Sansa e Jasmine Trinca)
  • Miglior attore protagonista (per il cast maschile: Alessio Boni, Fabrizio Gifuni, Luigi Lo Cascio e Andrea Tidona)

5. Globo d’Oro 2004 per:

  • Miglior regia (Marco Tullio Giordana)
  • Miglior sceneggiatura (Sandro Petraglia e Stefano Rulli)
  • Globo d’Oro speciale (Adriana Asti)
  • Gran Premio Stampa Estera
1 Italian film director en:Marco Tullio Giordana | Marco Tullio Giorda
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14 luglio 2011 4 14 /07 /luglio /2011 12:14

Scarlett Marie Johansson (New York, 22 novembre 1984) è un’attrice e cantante statunitense.

Gli esordi

In tenerissima età, decide che il mestiere dell’attrice potrebbe essere la sua futura professione, quindi comincia a partecipare ai primi provini per degli spot televisivi. All’inizio, però, puntualmente le veniva preferito il fratello. La delusione non fermò la giovane Scarlet che potette contare su un grandissimo supporto da parte della madre: la donna, accettata la volontà della figlia di fare l’attrice, cominciò a portarla ai provini di produzioni cinematografiche e teatrali. A otto anni la Johansson recita insieme a Ethan Hawke nella pièce teatrale Sofistry. Dal 1994 appare in piccoli ruoli in film come Genitori cercasi, Appuntamento col ponte e La giusta causa, ma il pubblico comincia a riconoscerla a partire da Manny & Lo, dove interpreta Amanda, e Mamma ho preso il morbillo. La consacrazione presso il pubblico internazionale, però, arriva solo nel ’98 con L’uomo che sussurrava ai cavalli, dove interpreta la parte di una ragazza che perde una gamba in un incidente col cavallo e compirà con quest'ultimo un lungo e doloroso percorso di recupero con l’aiuto di un bravissimo Robert Redford.

Il successo

Dopo aver recitato in Ghost World e in Arac Attack – Mostri a otto zampe (horror fantascientifico), finalmente arriva il successo: Scarlett Johanson è la protagonista di Lost in Translation e La ragazza con l’orecchino di perla, che le frutteranno due candidature ai Golden Globe come migliore attrice in un film commedia o musicale e migliore attrice in un film drammatico. L'attrice dimostra di poter gestire alla perfezione entrambi i generi. Nel 2004 recita in Una canzone per Bobby Long con John Travolta, guadagnando un’altra candidatura ai Golden Globe, e nel 2005 nel futuristico The Island con Ewan McGregor. Nello stesso anno recita in Match Point, grazie al quale vince il premio IOMA come migliore attrice non protagonista e diventa la musa di Woody Allen. Ora, a tutti gli effetti, una protagonista del jet set hollywoodiano, protagonista di note campagne pubblicitarie (per Louis Vuitton e Calvin Klein) e icona sexy acclamata. Allen la vorrà ancora in Scoop (2006) con Hugh Jackman e in Vicky Cristina Barcelona con Penélope Cruz. Dopo queste due esperienze, il regista dichiarerà di voler lavorare ancora con lei. Nel 2006 è protagonista di ben quattro film: Black Dahlia, The Prestige, Il diario di una tata e L’altra donna del re. Infine, recita in Iron Man 2, dove interpreta il ruolo dell’assistente di Tony Stark, la letale Natasha Romanoff detta anche Black Widow. Inoltre è la donna più invidiata al mondo visto che è stata sposata con Ryan Reynold, eletto uomo più sexy del 2010 dalla rivista People.

1 Scarlett Johansson smiles after being pinned with gunnery sergeant r
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14 luglio 2011 4 14 /07 /luglio /2011 12:11

Per la regia di Roger Evan Larry, Mafia Family Affairs è un film del 2005, interpretato da Sebastian Spence e Crystal Bublè. Il film racconta gli aspetti segreti e controversi della vita di un uomo che cerca inutilmente di sfuggire alla vita malavitosa cui vorrebbe obbligarlo la famiglia.

Un "affare di famiglia"

Non morire vergognandoti come me” dice un padre morente al figlio, appena giunto al suo capezzale dopo anni in cui i due non si vedevano. L’uomo morente è il capo e il maggior esponente di una famiglia malavitosa, mentre il figlio, Daniel Cimerman, è fuggito da giovane, proprio per non farsi invischiare nei loschi affari di famiglia, è diventato un banchiere e sta per sposarsi. Sul letto di morte il padre chiede al figlio di esaudire un suo ultimo desiderio: quello di prendersi cura degli affari di famiglia non già per incrementarli, ma per trasformarli in affari leciti. L’uomo si è pentito e chiede al figlio di riparare in qualche modo ai suoi errori.

Inutile fuggire

Un suo rivale, però, gli mette alle costole la giovane e sexy Davina, che è solita circuire uomini ricchi per poi ricattarli con fotografie compromettenti. Il malavitoso, in seguito ad un’aggressione ai danni di Daniel da parte di una donna sessualmente disturbata travestita da uomo, è venuto a sapere che Daniel ha tendenze omosessuali e decide di sfruttare questa sua “debolezza” per toglierselo di torno. L’occasione si presenta durante l’addio al celibato di Daniel, durante il quale Davina, arruolata come spogliarellista, ha modo di esibirsi davanti all’uomo e cercare di conquistarlo facendogli credere di non essere realmente una donna. Da quel momento in poi Daniel si ritrova intrappolato in un circolo vizioso fatto di crimine e di passione, di desideri perversi e di travestimenti. Spinto da Davina, infatti, comincerà a vestirsi e a truccarsi come una donna. “Una donna come te non deve preoccuparsi di me […] tu sei la donna, la MIA donna! Non dimenticartelo. E ti difenderò da tutti quei porci che ci sono in giro. Io ti salverò e ti amerò”: con queste parole Davina si conquista definitivamente la fiducia e l’amore di Daniel. A questo punto sarà troppo tardi per pensare di poter tornare indietro. Alla fine, però, sarà proprio Daniel a decidere di tentare un ultimo disperato piano per salvare Davina dalle angherie e dalle violenze subite dal suo protettore. Il poverino non sa che intanto Davina ha consegnato le foto compromettenti che le erano state richieste dopo aver saputo che Daniel non ha annullato le nozze come le aveva promesso. Ma nel finale del film tutto si stravolgerà.

gun
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12 luglio 2011 2 12 /07 /luglio /2011 19:40

Dal genio eccentrico di Alejandro Jodorowsky la storia surreale di un pistolero morto e poi risorto

Introduzione

El Topo (in spagnolo “La Talpa”) è un film del 1970 diretto, scritto e interpretato dall’attore e regista Alejandro Jodorowsky. E’ il primo esempio di western surreale nella storia del cinema, col suo intrico di citazioni, rimandi religiosi, allegorie, metafore. La trama può essere riassunta come una sorta di viaggio mistico cui segue un’ascesa quasi messianica. Le vicende sono suddivise in tre capitoli (Profeti, Salmi e Apocalisse) i cui titoli compaiono sempre su fotogrammi che mostrano mani nell’atto di scavare la terra. In realtà il film può essere scisso in due parti: la prima racconta il viaggio di un pistolero violento e superbo fino alla sua morte, la seconda ripercorre il complicato processo di rinascita dal sottosuolo e la sua risurrezione. Il tema principale sembra essere quello della diversità di pensiero e di tipologie umane: attori mutilati, nani, chiromanti, leoni e personaggi da circo (d'altronde "El Topo" Jodorowsky aveva lavorato come clown in un circo), così come rapporti omosessuali, perversi, violenti e fetish. Il tutto calato nel deserto, indefinito spazio senza tempo che diviene metafora del difficile percorso interiore affrontato dal protagonista. Ma “la talpa (el topo) è un animale che scava sottoterra e che quando arriva in superficie e vede il sole, diventa cieco”, così il percorso del pistolero protagonista sarà tutt’altro che semplice e non lo porterà a terminare la sua avventura con un lieto fine.

Critica

El Topo è un film ricco di simbolismo, di spunti filosofici, di continue allegorie che spesso non si risolvono in null’altro che un immenso nonsense, dove il piacere della narrazione e sostituito dal gusto per la rappresentazione, mentre la profondità del significato viene sovrastata dalla purezza del significante che mette in ombra il senso etico del film. Per questa ragione è il genere di film che può essere apprezzato solo dai cultori del genere, da quel ristretto circolo di pochi degni (Jodorowsky afferma che “Se siete illuminati, El Topo sarà per voi un grande film. Se non lo capirete è perché siete degli stronzi limitati”) che si vantano di comprendere anche il senso di un nonsense. Il film è sicuramente confuso, sconclusionato, a volte lento e in alcuni punti anche noioso. Inoltre subisce un doppio limite: non poter essere apprezzato dal pubblico di massa perché incomprensibile ed essere apprezzato invece da quei pochi che, per paura di sembrare stupidi, credono di vedere un senso anche dove non c’è.

Conference with Alejandro Jodorowsky and François Boucq at Japan Expo
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12 luglio 2011 2 12 /07 /luglio /2011 11:11

Un attore e produttore cinematografico di successo

Primi passi

DiCaprio entra nel mondo dello spettacolo giovanissimo partecipando a pubblicità e serie televisive, tra cui Genitori in blue jeans, dove interpreta il ruolo di un ragazzino problematico che verrà adottato dalla famiglia Seaver. Il primo ruolo cinematografico risale al 1991, con Critters 3. Nel 1993 partecipa al provino per Voglia di ricominciare durante il quale dimostra di non provare soggezione nei confronti di Robert De Niro, conquistando l’attore e il regista. Nello stesso anno regala una mirabile interpretazione di un ragazzino handicappato in Buon compleanno Mr Grape, grazie alla quale ottiene le nomination ai Golden Globe e agli Oscar come miglior attore non protagonista. E’ solo l’inizio. Sharon Stone lo arruola per Pronti a morire, dove Leo Di Caprio ha la fortuna di recitare con attori come la stessa Stone, Gene Hackman, Russel Crowe, sotto la regia di Sam Raimi. In Poeti dall'inferno interpreterà il ruolo controverso di Arthur Rimbaud, affrontando il tema della sua relazione omosessuale con Paul Verlaine.

Il grande pubblico e Titanic

Nel ’96 la consacrazione nell’Olimpo: DiCaprio viene scelto per interpretare la parte di Romeo in Romeo+Giulietta, rivisitazione in chiave moderna del dramma shakespeariano, entrando nel grande schermo e nei cuori delle ragazzine di tutto il mondo. Eppure continua a interpretare ruoli seri, come quello dell’adolescente affetto da problemi psichici in La stanza di Marvin e quello di Luigi XIV in La maschera di ferro (grazie al quale vince il Razzie Award come peggior coppia cinematografica per l’interpretazione del Re Sole e suo fratello gemello). Nel ’97 nessuno può dire di non conoscere Leonardo Di Caprio: Titanic è un successo planetario con il secondo maggior incasso e il maggior numero di premi Oscar mai vinti, al pari solo di Ben Hur e Il ritorno del re. Il ruolo del pittore squattrinato con la testa piena di sogni consente a DiCaprio di entrare nell’immaginario degli spettatori, sia per bellezza che per bravura.

Sodalizio con Scorsese

Dopo una breve parentesi negativa (The Beach è un fiasco), nel 2000 ha inizio il sodalizio con Scorsese che lo vorrà in Gangs of New York, The Aviator e The Departed, tutti grandi successi al botteghino. Intanto è protagonista di Prova a prendermi di Spielberg, dove interpreta il ruolo di Frank Abagnale, sedicenne che truffa lo stato per milioni di dollari e finisce nella lista dei criminali più cercati dall’FBI di tutti i tempi.

Thriller psicologici

Le ultime interpretazioni, ad oggi, sono Shutter Island e Inception: thriller psicologici in cui una verità viene celata per tutta la durata del film e, anche quando si giunge alla fine, la conclusione resta avvolta nel mistero. La carriera di DiCaprio, comunque, sembra destinata a durare ancora molto.

1 en:Leonardo Di Caprio | Leonardo Di Caprio 1 fr:Leonardo Di Caprio
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10 luglio 2011 7 10 /07 /luglio /2011 18:32

Breve biografia e filmografia di uno degli indiscussi protagonisti del cinema italiano

Biografia

Esordisce a 12 anni in maniera casuale, quando Dino Risi lo nota durante una gara di nuoto e lo scrittura per una piccola parte in Vacanze col gangster (1951), esperienza che gli resterà impressa in maniera negativa: dirà infatti di non aver amato recitare e di aver avuto spesso la febbre durante le riprese. La sua carriera d’attore, all'inizio, servì solo al pagamento degli studi universitari di Lettere Classiche. Dopo aver recitato nello sceneggiato RAI Il ritratto di Dorian Gray (1958) e in Cerasella (1959) di Raffaello Matarazzo, viene scritturato nel film Annibale, dove aveva una parte anche Carlo Pedersoli, meglio conosciuto come il Bud Spencer col quale formerà in futuro una delle coppie più amate del cinema italiano (e con il quale riceverà nel 2010 il David di Donatello alla carriera), ma i due non si incontrarono sul set. Nel frattempo matura la decisione di abbandonare gli studi e di frequentare l’Actor’s Studio per dedicarsi completamente alla carriera cinematografica.

L'incontro con Pedersoli

La sua ascesa ha inizio con una parte nel film Il Gattopardo (1963) di Luchino Visconti, ma l’incontro più importante per la sua evoluzione artistica avvenne solo nel 1967: sul set del film Dio perdona…io no! Mario Girotti incontra Carlo Pedersoli. I due però non possono affrontare il mercato cinematografico internazionale dello spaghetti-western con quei due nomi così italiani. Viene chiesto loro di cambiare nome scegliendone uno più “americaneggiante” da una lista di venti possibili nomi entro 24 ore. Girotti scelse Terence Hill perché le iniziali erano le stesse del nome e cognome di sua madre. Il sodalizio proseguì in Lo chiamavano Trinità…(1970) e il suo sequel …continuavano a chiamarlo Trinità (1971), in …altrimenti ci arrabbiamo! e Io sto con gli ippopotami.

Verso Hollywood

I due sono definitivamente consacrati a livello internazionale, tanto che nel 1973 Terence Hill è protagonista con Henry Fonda nel film Il mio nome è Nessuno. Successivamente partecipa ad alcune produzioni hollywoodiane (La Bandera: marcia o muori con Gene Hackman e Mister Miliardo). Intanto collabora con Bud Spencer alla stesura delle sceneggiature e alla composizione delle musiche per alcuni loro film, fino al passaggio alla regia (dirigerà se stesso in Don Camillo, Lucky Luke e Doc West).

Crisi e rinascita

L’ultimo decennio degli anni novanta è segnato da una profondadepressione, causata dalla morte in un incidente stradale del figlio diciassettenne Ross. Solo nel 2000 Hill riuscirà a rimettersi in gioco come protagonista nella serie televisiva RAI Don Matteo (in cui, per la prima volta, recita con la sua voce, anziché essere doppiato) che riscuoterà un notevole successo, seguita a breve distanza da Un passo dal cielo.

Gubbio
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26 giugno 2011 7 26 /06 /giugno /2011 16:07

"Close your eyes. Open your mind. You will be unprepared." Dal regista di 300 e Watchman la storia di una moderna Alice nel paese delle meraviglie con le mitragliatrici che vi trascinerà nel suo mondo, sconvolgendo il vostro.

Snyder afferma che Sucker Punch è “la cosa più folle che abbia mai scritto” e chi lo guarderà, dovrà dargli ragione perché per tutto il tempo si ha la sensazione di assistere al parto creativo di un genio folle. Una visione che colpisce all’improvviso, un pugno che risucchia come una ventosa (sucker) dentro una trama vorticosa suddivisa in tre livelli di realtà. Un’assurda fantasia che per la protagonista diventa tanto reale quanto reale è il suo desiderio di fuggire dal manicomio in cui è reclusa. Non è il racconto di un sogno, né di un incubo: è la storia di una lotta per la sopravvivenza combattuta in tutti i modi e in tutti i mondi possibili, immaginabili o meno che siano.

Dopo la morte della madre, la protagonista cerca di difendere sua sorella dalle grinfie del patrigno che vorrebbe abusare di lei, ma durante una colluttazione le spara accidentalmente, uccidendola. Il patrigno la farà internare e chiederà a un inserviente compiacente di farla lobotomizzare, per impedirle di raccontare la verità. Appena la ragazza entra nella zona ricreativa del manicomio, ironicamente definita “il teatro”, si spalanca la porta del primo livello di sub-conscio: un teatro/bordello, dove ballerine/recluse sono obbligate a esibirsi per soddisfare le voglie dei clienti. Baby Doll, la nuova arrivata, rappresenta la ribellione per quattro ragazze che si lasceranno condurre da lei in un secondo livello di sub-conscio dove dovranno affrontare nemici di ogni sorta per trovare quattro oggetti, più un quinto che è un mistero, e conquistare l’agognata libertà.

Quando Baby Doll balla, si aprono scenari che ricordano mille mondi: il cinema, con la sfida fra katane combattuta sulla neve di Kill Bill; la letteratura, con la ricostruzione delle epiche lotte de Il Signore degli Anelli; i videogames, con la scena dell’assalto al treno stile Final Fantasy XIII e i combattimenti alla Tekken.

Sucker Punch è un videoclip barocco in cui musica e immagini si mescolano creando un’atmosfera illusoria, capace di coinvolgere persino lo spettatore meno cinematograficamente alfabetizzato che si lascia trascinare dal flusso convulso, cullato dalle parole incoraggianti della voce narrante che suggerisce l’idea di un mondo in cui ognuno possiede le armi per combattere e rendersi libero.

Sucker Punch
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